domenica 8 gennaio 2012

Thom Pain. Will Eno. Elio Germano. Saronno. Basato sul nulla, forse.




Paura, pazzeggiare.
Alle superiori la professoressa di Italiano mi aveva consigliato di non iniziare mai un tema con una definizione del dizionario. Lo trovava pesante e retorico.

Ma Elio Germano mentre sfoglia e declama lo Zingarelli sul palco ancora buio, coinvolge ed incuriosisce lo spettatore paziente. Spettatore di un monologo basato sul nulla.
Forse.

Thom Pain è metafora del mondo moderno. E' critico, ironico, cinico, subdolo, psicotico, volgare, bastardo. Ed è pure riuscito a starmi simpatico.
Thom Pain è la vita. Regala immagini tenere e le violenta col tempo. Le deforma, le frantuma e le deride nella loro sofferenza. Le uccide.
Thom Pain è un unico grande BOH che sazia le menti del pubbico.
Thom Pain è il dolore atavico Leopardiano, l'umorismo Pirandelliano e un coglione qualunque che vorrebbe sparire nel buio lasciandoci qualcosa.
Thom Pain è il flusso di coscienza. E il flusso di coscienza è il suo testamento.

Questo è quanto mi ha lasciato.
Avrei potuto parlare del testo, della lingua, del lui, del tu e dell'io che si mescolano fino a creare un unico grande noi; della bravura di Elio Germano, bravo nella regia essenziale e bastante, bravo come attore di teatro.
E mentre Thom Pain si vendica delle ferite inflittegli dall'esistenza, Elio Germano demolisce il confine tra finzione e realtà, scende tra il pubblico, ammicca, scherza. Quanto di tutto ciò è preparato?
No, non parlerò della donna, del cane, di Tex Willer, del vomito, del bastone, dell'osso dipinto col rossetto. Non parlerò nemmeno delle urla, del farneticare, della lotteria o del cavallo. Del retrogusto amaro che non se ne va neanche con una bottiglia d'acqua.

Preferisco che andiate a vederlo di persona: ho contanto ben due pelli d'oca durante la rappresentazione; credo che ad Elio Germano farebbe piacere saperlo, e anche a Will Eno. E anche a Thom Pain in fondo.

Per quanto mi riguarda è promosso.
E se pensate che non abbia capito niente, andatevene affanculo.

3 commenti:

  1. Non mi permetterei mai di dirti che non hai capito niente, anche per evitare che tu molto elegantemente mi possa mandare...però se ti dico che io non ho capito niente, tu mi mandi lo stesso? Ma perchè questa conclusione così violenta?

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  2. Certo che no!! ti mando solo se pensi che IO non abbia capito niente :)

    Per capire questo commento devi vedere lo spettacolo, questo è stato scritto per chi ha visto Thom Pain a teatro. Al massimo dovrebbe incuriosirti e spingerti ad andare a vederlo...

    A questo link invece trovi qualcosa per chi non ha visto Elio Germano
    http://www.nonsolocinema.com/Elio-Germano-perfetto-interprete_20891.html

    La conclusione violenta fa riferimento all'inizio del monologo (una sorta di citazione, anche se citazione non è), l'attore dice infatti, ad un tizio che si alza e se ne va, qualcosa tipo "te ne vai? vattene affanculo stronzo!".. e poi aggiunge che anche lui è uno di quelli che se ne va. Io quindi faccio lo stesso, mando chi pensa che io non abbia capito, anche se io stessa penso che gli altri non abbiano capito... :)

    contorto

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  3. Preferisco: "Biancaneve" della compagnia di Bologna!

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